Entre el 23 de octubre y el 10 de noviembre de 1.956 Hungría y, especialmente, Budapest fueron testigos de una de las mayores insurreciones populares de todo el siglo XX. Aquello que empezó como una protesta estudiantil terminó convirtiéndose en una verdadera revuelta popular que clamaba por la liberación de Hungría del yugo soviético. Esa protesta encabezada por estudiantes aquel 23 de octubre pasó rápido a ser una marcha populosa que se encaminó hacia el edificio del parlamento húngaro. Allí, la delegación de estudiantes fue recibida a disparos. A partir de entonces Hungría vivió durante más de un mes una impresionante lucha caracterizada por la desigualdad. Milicias populares contra tanques soviéticos.
El 10 de noviembre la revolución quedó oficialmente aplastada.
Algunos años después, militantes del Fronte della Gioventú italiano compusieron una canción homenaje a todos aquellos jóvenes combatientes húngaros que arriesgándolo todo salieron a la calle aquel otoño de 1.953 para luchar por la liberación de su pueblo.
Esa canción con el tiempo ha pasado a ser uno de los temas más versionados en la escena musical nacionalista italiana, todo un clásico con una letra dificilmente superable.
Avanti ragazzi di Buda,
avanti ragazzi di Pest,
studenti, braccianti, operai
il sole non sorge più ad Est!
Abbiamo vegliato le notti
le notti di cento e più mesi,
per l'alba radiosa di ottobre,
quell'alba dei giovani ungheresi.
Ricordo tu avevi un moschetto
su, portalo in piazza, ti aspetto,
nascosta tra i libri di scuola
anch’io porterò una pistola.
Sei giorni, sei notti di gloria
durò questa nostra vittoria;
al settimo sono arrivati
i russi con i carri armati.
I carri ci schiaccian le ossa,
nessuno ci viene in aiuto.
Sull’orlo della nostra fossa
il mondo è rimasto seduto.
Ragazza non dire a mia madre
che io morirò questa sera;
ma dille che vado in montagna
a che tornerò in primavera.
Compagni il plotone già avanza,
già cadono il primo e il secondo
finita è la nostra speranza,
sepolto l'onore del mondo.
Compagno riponi il fucile
torneranno a cantare le fonti
quel giorno serrate le file
e noi torneremo dai monti.
Avanti ragazzi di Buda,
avanti ragazzi di Pest
studenti, braccianti e operai,
il sole non sorge più all'Est
Avanti ragazzi di Buda,
avanti ragazzi di Pest,
studenti, braccianti, operai
il sole non sorge più ad Est!
avanti ragazzi di Pest,
studenti, braccianti, operai
il sole non sorge più ad Est!
Abbiamo vegliato le notti
le notti di cento e più mesi,
per l'alba radiosa di ottobre,
quell'alba dei giovani ungheresi.
Ricordo tu avevi un moschetto
su, portalo in piazza, ti aspetto,
nascosta tra i libri di scuola
anch’io porterò una pistola.
Sei giorni, sei notti di gloria
durò questa nostra vittoria;
al settimo sono arrivati
i russi con i carri armati.
I carri ci schiaccian le ossa,
nessuno ci viene in aiuto.
Sull’orlo della nostra fossa
il mondo è rimasto seduto.
Ragazza non dire a mia madre
che io morirò questa sera;
ma dille che vado in montagna
a che tornerò in primavera.
Compagni il plotone già avanza,
già cadono il primo e il secondo
finita è la nostra speranza,
sepolto l'onore del mondo.
Compagno riponi il fucile
torneranno a cantare le fonti
quel giorno serrate le file
e noi torneremo dai monti.
Avanti ragazzi di Buda,
avanti ragazzi di Pest
studenti, braccianti e operai,
il sole non sorge più all'Est
Avanti ragazzi di Buda,
avanti ragazzi di Pest,
studenti, braccianti, operai
il sole non sorge più ad Est!
Extraido de: Moncloa resiste
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